Reggio Calabria, dal 22 al 25 luglio, ha ospitato il primo appuntamento di “The Last Twenty”. Nel Parco Ludico Tecnologico Ambientale di Ecolandia, affacciato sullo Stretto, i rappresentanti dei 20 Paesi più poveri della terra (Malawi, Etiopia, Guinea Conakry, Liberia, Yemen, Guinea Bissau, Repubblica Democratica del Congo, Mozambico, Sierra Leone, Burkina Faso, Eritrea, Mali, Burundi, Sudan, Ciad, Sud Sudan, Repubblica Centroafricana, Niger, Libano e Afghanistan) si sono incontrati con sindaci italiani che hanno scommesso sull’accoglienza e la cooperazione, membri di Ong e Onlus che operano in quelle aree, comunità di immigrati provenienti dai Last Twenty, rappresentanti della Chiesa Cattolica e della Federazione delle Chiese Evangeliche, studiosi. Tre giorni di confronto serrato sui temi dell’accoglienza dei migranti e della cooperazione popolare e decentrata.

«L’incontro con le donne afghane, di forte impatto emotivo, ha tragicamente anticipato ciò che stiamo vedendo in questi giorni – racconta Tonino Perna, vice sindaco di Reggio Calabria, tra i principali organizzatori di The Last Twenty – ma i punti fondamentali sui quali metterei l’accento sono tre: le comunità di immigrati possono diventare soggetti della cooperazione, a patto che Ong e Onlus che operano nei loro Paesi di origine li inseriscano attivamente nella realizzazione dei progetti, cosa che oggi non avviene. È poi indispensabile creare un sistema allargato di cooperazione internazionale coinvolgendo le realtà locali, in particolare i piccoli Comuni che già oggi si associano per esempio in ReCoSol (Rete dei Comuni Solidali) con sede a Carmagnola (To). Infine, la necessità di dar vita a un osservatorio nazionale sui Last Twenty per monitorare l’efficacia dei progetti, favorirne il coordinamento, aumentare la capacità di fare rete».

“The Last Twenty” continua dal 10 al 12 settembre con la seconda tappa a Roma nell’Università di Tor Vergata, per confrontarsi su contrasto della povertà, agro-ecologia, ruolo e responsabilità dell’Unione Europea e delle organizzazioni internazionali. Terzo appuntamento in Abruzzo e Molise, tema prevalente il dialogo interreligioso nei 20 Paesi in un momento difficile non solo in Afghanistan, ma in gran parte dell’Africa Sub-sahariana, dove la convivenza pacifica di cristiani, animisti, musulmani, durata per secoli, è minata da interessi economici e politici.

Quarta tappa a Milano, dal 26 al 30 settembre presso la Casa della Carità, per dibattere di sanità e tutela della salute e degli effetti del mutamento climatico.

Il 3 e 4 ottobre in Puglia a Santa Maria di Leuca, presso il Centro della Pace intitolato a don Tonino Bello, incontro conclusivo per stendere il documento da inviare all’Unione Europea e ai Paesi del G20 che si incontreranno a Roma dal 21 al 23 ottobre con presidenza italiana.

Mauro Fresco su La Voce e Il Tempo, 12 settembre 2021