Siano ben lontani da Roma, dove il canaro è colui che tosa e toeletta i cani, appellativo diventato noto in tutta Italia il 18 febbraio 1988 con l’omicidio teribile della Magliana. Un uomo timido, il cervello sconvolto dall’odio, dalla paura e dalla malattia, che per liberarsi dei soprusi fece morire in modo orribile, al termine di sette ore di torture, il suo persecutore, ex pugile, piccolo boss di quartiere. Qui, in questo borgo dell’alto Polesine a circa 20 chilometri da Rovigo, sulla riva sinistra del Po, canar significa canna palustre e il canarius è il luogo dove questa cresce. La tradizione popolare privilegia un’altra ipotesi, che tra i canneti della Fossa Polesella dove i corsi d’acqua confluiscono per sfociare nel Po, vivesse il pescatore Naro, e dalla casa di Naro a Ca’ Naro a Canaro, il passo sarebbe breve. Più complesso sarebbe descrivere la storia dei Martelli, la cui tomba di famiglia è nel cimitero del paese. Storia che forse neppure i canaresi conoscono per filo e per segno, visto che comincia nella Firenze del ‘200, attraversa l’epoca Medicea, con ramificazioni a Perugia, nel 1528 si trasferisce a Ferrara alla corte Estense, mentre un altro ramo della famiglia nello stesso secolo giunge a Modena. Intorno al 1615 lo sbarco in Polesine e nel 1620 monsignor Alfonso Martelli diventa rettore di Canaro. Suo fratello Andrea lo raggiunge, si sposa, acquista terre. Un legame che non sarebbe stato interrotto neppure dalle guerre che nei quattro secoli successivi praticamente tutti gli eserciti europei hanno combattuto in questi luoghi. L’ultimo canarese dei Martelli, Armando Piccioli, figlio di Jole, morì scapolo nel 1972 lasciando in eredità alla parrocchia la villa e tutte le proprietà immobiliari della famiglia.

Cosa vedere: soprattutto le chiese, in particolare quella di Santa Sofia, esistente già all’inizio dell’XI secolo, al cui interno è custodito un bassorilievo attribuito alla scuola del Canova e raffigurante l’Ultima Cena. Interessante è anche la Chiesa di Santa Margherita in frazione Garofolo. In località Paviole si può osservare l’ottocentesca Villa Martelli Piccioli.