Qui, nel 217 a. C, si accampò Annibale nell’attesa di scontrarsi con Roma; lo ricordano Plinio e Polibio, anche se allora il paese si chiamava Vibinum. Come da vibinum si sia arrivati a Bovino è un mistero, anche perché a sua volta vibinum deriverebbe da hipponium, dal greco, che fa riferimento al cavallo. In poche parole si è passati nei secoli da un equino a un bovino per denominare questo centro adagiato tra due colline, circondato da boschi di querce e lecci e di uliveti, nei Monti Dauni Meridionali. Proprio i boschi che circondato il paese e scendono lungo la valle del Cervaro (il Vallo di Bovino) furono teatro nell’800 di episodi di brigantaggio e si dice che a capo delle bande vi fosse addirittura Ghino di Tacco. Il borgo, con il caratteristico centro storico pavimentato di ciottoli, è un bignami della storia dal secondo secolo avanti Cristo fino ai giorni nostri; si passa dai Romani ai Bizantini, dai Normanni agli Svevi, dai Palatini ai Gonzaga, dai Borboni ai Savoia alla Repubblica. I bovinesi suggeriscono escursioni naturalistiche a piedi o in bici nel bosco di Salecchia, in quello della Fenna oppure a Valleverde e vantano la custodia di una spina della corona di Cristo, incastonata in una croce reliquiaria conservata nella cappella settecentesca all’interno del castello ducale fatto costruire da Drogone il normanno e ampliato successivamente dai Guevara. Chi si trovasse a Bovino il 29 agosto potrebbe assistere alla Cavalcata storica in onore di Maria Santissima di Valleverde: una lunga fila di cavalieri, preceduta dalla carrozza con le autorità e da una schiera di soldati e damigelle in costume procede in corteo per le strade del centro, con raffigurazioni successive che ripercorrono la storia del paese dal Medioevo fino al Novecento. Oltre a essere membro dell’associazione I borghi più belli d’Italia, Bovino è sul circuito dell’olio che coinvolge tutti gli operatori del settore, dalle aziende olivicole agli oleifici, dai frantoi ai musei specializzati. Un’occasione per acquisti di qualità da associare alla degustazione delle altre specialità locali: mozzarelle, scamorze, cacioricotta, molteplici varianti di pane, biscotti, taralli e pasta, prosciutti, salsicce e tagli di carne da animali allevati allo stato brado: bovini o equini?

Cosa vedere: il Museo Civico Nicastro. Da vedere anche il Castello, risalente all’XI secolo, la chiesa romanica di San Marco e quella, anch’essa romanica, dedicata a San Pietro, che conserva un dipinto raffigurante la “Crocifissione di San Pietro”. Merita una visita infine il Santuario di Santa Maria di Valleverde.